Beatrice Monroy - Oltre il vasto oceano
Beatrice Monroy
Recensione di Oltre il vasto oceano, Avagliano Editore, 2014 Silvana Tuccio, marzo 2015
Come tanti pezzi di uno scavo archeologico da trattare ciascuno con attenzione alla sua fragilità e importanza, un universo di frammenti familiari è portato alla luce dalla voce narrante di Oltre il vasto oceano di Beatrice Monroy.
Cosa potrà legare dei conquistadores spagnoli con la gente di Sicilia, oltre al sangue? Forse c'entra il coraggio. L'umanità dell'altro, sia esso indios, siciliano o femmina, potrà mai rispecchiarsi? Nel racconto di Beatrice Monroy, la figura di Hernán Cortés, si dimostra abile nella sopraffazione. Il gesto di potere si dimostra nell’assenza di spazio, creando sconcerto e silenzio. Cosi nel fraintendimento tra persone, nell'imperfezione umana, quale che sia l’epoca, si insinua uno sguardo gelido.
Nella voce narrante del libro, quella di una bambina che capita in una linea di discendenti che ha origini nella Spagna del Quattrocento, sembra che la parola "coraggio" debba essere salvata. La bambina scruta i gesti delle donne della sua famiglia, come la nonna Cornelia. Quante mamme e quante nonne e quante donne e quante bambine ammutolite? E' il caso di Rosina colpita dal gesto del padre, che si appropria delle sue lettere, e con esse un progetto di vita.
Attraversando l'oceano a seguito dei genitori, la bambina-protagonista scopre "l'isolamento" della Sicilia, un luogo per lei pieno di frammenti familiari che vengono sussurrati e mai portati alla luce. L'esperienza in un paese anglosassone rende carica la dinamica affettiva nei confronti dell'isola. E per tornare, scoprirà che non basta attraversare l'Atlantico, deve incontrare nel suo intimo altri frammenti: la Sicilia, il popolo, l’eredità .
Diventata adulta, la bambina fa parte del “Comitato dei lenzuoli” a Palermo, che vorrebbe frantumare il secolare silenzio siciliano. Si impegna nel sociale nella Napoli degli anni Settanta, e conversa con un illustre padre scienziato con cui condivide la casa a Napoli.
Alla questione politico-culturale sulla Sicilia, che porse il celebre libro Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, si aggiunge la questione affettiva verso una terra che si crede di amare. Ma davanti al “potere,” quale animo nobile potrà evitare lo sconcerto? Nel romanzo La lunga vita di Marianna Ucria di Dacia Maraini, viene tracciata la vita di una donna che ha ereditato insieme ai beni della famiglia, che imparerà a gestire, il silenzio. In questi due libri, come in Oltre il vasto oceano, non manca l’accenno al coraggio, sia quello smarrito che quello da conquistare.
Un immagine del libro, come fosse un inquadratura cinematografica, dipinge una bambina dietro una finestra che osserva l’ingresso degli alunni in una scuola di Palermo. Nella villa di famiglia studia con la governante e non potrà né interagire, né soprattutto gioire della compagnia di altri bambini. Chi è, quindi, "l’altro?"
I “frammenti” di cui è ricca la Sicilia non sono pasto per i turisti, ma il materiale con cui si potrebbe ricostruire una storia e con essa entrare nel mondo contemporaneo. L’impegno di capire le dinamiche del potere, anche per ingannare la sopraffazione, di cui è vittima la Sicilia stessa, fanno del libro di Beatrice Monroy un invito a riconoscere l’isola come luogo di coraggio. Il libro, inoltre, è un invito a non tacere, abitare gli spazi dell’isola e raccontarli nella loro pienezza e sfumature—partendo dal proprio immaginario, e cosi' riconquistare il senso di appartenenza.
Il sito ufficiale di Beatrice Monroy www.beatricemonroy.it
Intervista a Beatrice Monroy di Lorenzo Perrona sul “Corriere del Ticino”, http://siciliacontemporanea.blogspot.it/2014/08/unintervista-beatrice-monroy.html